L’arte sepolta nei depositi, un piano per usarla

 La rubrica “Scriveva Taliani” oggi ci parla di arte e del modo di metterla in circolo nel mercato.

Quando si parla di archeologia ci dovremmo ricordare che l’ Italia si è caratterizza non solo per essere una sorta di «museo all’ aperto» ma anche per il numero di «magazzini chiusi». Mi riferisco ovviamente all’ enorme quantità  di reperti ritrovati negli scavi che vengono poi catalogati e archiviati. E che, il più delle volte, appartengono alla medesima tipologia di oggetti di uso quotidiano del passato. Basterebbe, ad esempio, pensare alle migliaia di anfore emerse dai naufragi di antiche navi commerciali. E’ dalla messa in vendita di questi «doppioni» che potrebbe arrivare un finanziamento alla conservazione del nostro patrimonio archeologico. Non sarebbe infatti meglio dare la possibilità  di acquistare una testimonianza dell’ antichità  piuttosto che lasciarla abbandonata in un deposito? Magari rilasciando all’ acquirente un certificato, ma sarebbe meglio chiamarlo encomio, per il contributo dato alla salvaguardia del nostro passato.
Mario Taliani

Inviato il 10/11/2010
Pubblicatol 21/11/2010
http://archiviostorico.corriere.it/2010/novembre/21/ARTE_SEPOLTA_NEI_DEPOSITI_PIANO_co_9_101121047.shtml

La scusa dell’astensione non è un’assoluzione

Oggi la rubrica “Scriveva Taliani” propone una lettera alla Stampa con a seguito risposta del Direttore Mario Calabresi.

Cortese Direttore,

dopo aver letto fin troppi commenti a giustificazione delle varie motivazioni per la scarsa partecipazione al voto delle scorse amministrative, credo si debba però far presente agli italiani una forse poco gradita verita’, ossia che, fondamentalmente, chi si astiene si adegua. Il non recarsi alle urne è, infatti, di certo una delle  possibilità  di scelta che la democrazia consente. Ma sarebbe bene ricordare a chi non vota che è stata (…e sarà!) anche per sua responsabilità  se in questi anni, in Italia, abbiamo avuto la classe politica che ci siamo meritati. Perchè sarebbe altrettanto bene che fossero per primi gli  italiani a chiedersi cosa vogliono per il proprio Paese, senza voltare le spalle alle urne ritenendo erroneamente l’astensione una sorta di assoluzione per se stessi. Magari ricordandoci pure che se in dittatura è facile dare la colpa ad uno ed uno solo, in democrazia non ci sono innocenti! Questa è la democrazia, altrimenti di cosa staremmo parlando?!

Cordiali saluti, Mario Taliani

Pubblicato su La Stampa il 29.05.2013 con risposta del direttore Mario Calabresi

http://www.lastampa.it/2013/05/29/cultura/opinioni/lettere-al-direttore/la-generazione-per-cui-votare-era-un-onore-e-unoccasione-XEPHh6hwyPlh9OOCza86nO/pagina.html

Strategia del «Gattopardo» cambiare per non cambiare

La rubrica “Scriveva Taliani” fa  riferimento ad una frase celebre che troviamo nel Gattopardo.

Scorrendo una raccolta di massime del francese Alphonse Karr intitolata «Sale e pepe», ed edita dalla Formiggini Editore nel 1935 nella collana «Classici del Ridere», mi sono imbattuto nella seguente frase «Plus a change, plus c’est la me chose».
E’ scontato il paragone con la famosa italiana «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi!», pronunciata da un personaggio ne «Il Gattopardo» di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Ma è proprio per questo che sarei curioso di chiederle se la seconda frase derivi dalla prima, visto che Alphonse Karr morì nel 1890.
O se entrambe, considerato soprattutto il significato «politico», possano avere avuto un comune ascendente d’ispirazione.

Mario Taliani,

 
Pubblicato Domenica 25 Ottobre 2009

http://www.corriere.it/romano/09-10-25/01.spm

 

Chi è Formiggini, editore geniale e sfortunato

La rubrica “Scriveva Taliani” oggi ricorda Fortunato Formiggini.

Nel curiosare in uno dei tipici mercatini dell’antiquariato, mi sono imbattuto in una copia originale di una delle prime versioni italiane del «Who’s who?». Intitolato «Chi è? – Dizionario degli italiani d’oggi», il volume risulta essere stato pubblicato nel 1928 dalla casa editrice di Angelo Fortunato Formiggini, editore in Roma.
Ed è proprio leggendo l’originale prefazione, scrivo originale per il particolare modo di porsi verso i lettori, che ne ho scoperto l’autore.
Sin dal motto autografo “Non copiare nessuno, ridi se ti copiano”, riportato in una delle prime pagine a corredo della propria foto, si intuisce a mio avviso la particolarità  di Formiggini. Cercando informazioni su chi era questo editore di origine modenese, e scoprendone la sua volontaria fine, non posso non chiederle un commento su una figura che volle dare tanto a quella patria, come lui stesso la chiamava, che lo tradì.

Mario Taliani

Pubblicato il 10.09.2007

http://www.corriere.it/solferino/romano/07-09-10/01.spm

Il problema irrisolto del rinnovamento politico in Italia

Prosegue la rubrica “Scriveva Taliani” trattando il tema del rinnovamento in politica. La lettera è di qualche anno fa, ma il tema è ancora molto attuale.

S&P: un’ agenzia di rating, non un tribunale politico

A distanza di alcuni mesi dall’ opinione di Standard & Poor sul sistema Italia, in cui si accomunavano nel giudizio negativo per inaffidabilità  sia governo che opposizione, una nuova «tegola» si abbatte sulla reputazione del nostro Paese. Senza entrare nel merito e nelle previsioni che riguardano lo scandalo bancario che primeggia nella cronaca italiana di questi giorni, mi permetto di porle un quesito a cui i cittadini italiani non trovano ormai più soluzione: come rinnovare la classe dirigente del nostro Paese quando questa dà  prova provata d’ inaffidabilità ? Ci sono stati precedenti? Ripercorrendo gli ultimi cento anni della storia d’ Italia sono state ben poche le occasioni che hanno permesso un completo rinnovamento di queste rappresentanze politiche ed economiche. Solo a cavallo degli anni Venti, a metà  degli anni Quaranta e all’ inizio degli anni Novanta (per motivi noti) l’ Italia ha ricevuto quelle scosse sociali che ne hanno determinato, o sembravano determinarne, un radicale cambiamento. Ritiene possibile che il sistema Italia, comprendendone anche il responsabile corpo elettorale, possa riuscire a rinnovarsi oppure rimarremo un popolo di «compagni di merende» e di «furbetti del quartierino»?

Mario Taliani

 Pubblicato il (27 dicembre 2005) – Corriere della Sera

 

http://archiviostorico.corriere.it/2005/dicembre/27/agenzia_rating_non_tribunale_politico_co_9_051227102.shtml

 

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