Il ritiro della delegazione dei ministri del Pdl al governo di fatto apre la crisi e il netto calo dei titoli di borsa italiani oggi ne è la prima conseguenza.
Mercoledì il premier Enrico Letta si presenterà alle Camere per ottenere la fiducia, tutt’altro che scontata. Vincono quindi i falchi del Pdl che fanno infuriare le colombe, tanto che i ministri Alfano, Quagliariello, Lorenzin, Lupi e altri esponenti del partito berlusconiano come Cicchitto, Giovanardi e altri si dicono contrari alla scelta di abbandonare il governo, creando così una divisione interna.
Con ogni probabilità si cercherà quindi di raccimolare i numeri necessari in Senato dove oltre a Pd e Scelta Civica potrebbero arrivare i consensi di Sel, di alcuni grillini usciti dal proprio gruppo e forse anche dagli esponenti del Pdl in dissenso.
E’ ancora presto per fare ipotesi, in quanto i gruppi parlamentari si incontreranno oggi e dalle riunioni si saprà qualche cosa di più.
A parte il governo, sul piano politico chi rimane forse più dannegiato è lo stesso Pdl che rischia di consumarsi in una battaglia intestina capace di portare consensi e uomini al progetto del Ppe italiano di Pier Ferdinando Casini.
Molti in area centrista stanno infatti sognando un Ppe all’italiana che – nel dopo Berlusconi – diventi la casa dei moderati raccogliendo una vasta area capace di costruire e dare solidità ai futuri governi.
La partita è appena iniziata.
Matteo