“SvuotaProvince” l’intervento di Fabio Fecci

L’abolizione delle Province rappresenta un obiettivo concreto, molte volte sbandierato da più parti in campagna elettorale, ma alla prova dei fatti sempre rimandato in commissione, senza di fatto darne attuazione.

L’abolizione delle Province, che abbiamo sempre condiviso, trova oggi finalmente attuazione col disegno di legge “Svuotaprovince”.

Riportiamo di seguito l’intervento pubblicato sulla Gazzetta di Parma di Fabio Fecci, a cui va il merito di averne intuito l’importanza  fin dal 2005 e con coerenza sostenuto la necessità negli anni.

Di seguito il link al sito di Fabio Fecci dove poter leggere l’interevento

http://www.fabiofecci.it/

povince

Popolarismo per i centristi?

In questi giorni estivi in cui l’opinione pubblica è interessata a capire la tenuta del governo in base a quale sarà la sentenza circa l’ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi, molti attraverso i social network si interrogano per capire quale sarà l’evoluzione dei moderati centristi che alle ultime elezioni politiche hanno fatto riferimento all’Udc e a Scelta Civica.

Occorre subito chiarire che il progetto centrista ha perso nei numeri e trionfato nelle idee. Ha perso nei numeri in quanto l’elettorato non ha premiato il progetto centrista, designando di fatto come terzo polo quello di Grillo e non quello di Monti e Casini. Ha però vinto nelle idee, avendo il merito di intuire che in una tale situazione politica occorresse mettere assieme un governo di unità con i due principali schieramenti quali Pd e Pdl.

Ora occorre guardare avanti. Credo che i moderati di centro si debbano ritrovare all’interno di quel popolarismo europeo che li caratterizza per storia e tradizione. Sarebbe interessante ipotizzare Udc e Sc in un nuovo contesto del genere, ma la strada specialmente per i Montiani penso sia lunga in quanto rappresentanti di una società civile ampia che apparentemente non sembra connotarsi con un’area politica precisa. L’attendismo di qualcuno che magari spera in una spaccatura a sinistra è legittimo, ma la strada da seguire deve avere obiettivi ben precisi, condivisi con l’elettorato.

Probabilmente un po’ di rinnovamento nella classe dirigente e un po’ di Ppe in più potrebbero aiutare a segnare con chiarezza la strada da percorrere.

Gualino, l’ uomo che volle una «nuova Pietroburgo»

 Prosegue la rubrica “Scriveva Taliani” con un intervento per la serie: “Personaggi Storici”.

Oltre ai già  tanti personaggi italiani del secolo scorso evocati in questa pagina, ritengo ve ne sia uno che meriterebbe venisse aggiunto. Tra i vari politici e industriali che vissero a cavallo tra l’Unità  d’ Italia e il secondo conflitto mondiale ho scoperto che ve ne fu uno che tale periodo lo visse di sicuro con intensità . Mi riferisco a Riccardo Gualino fondatore della Società  di Navigazione italo-americana, nota ai più non tanto con l’ iniziale abbreviazione di Snia quanto successivamente quale Snia-Viscosa e cioè la ditta leader in Italia di fibre sintetiche in quel periodo. Tra gli anni Venti e i Trenta Gualino fu uno dei protagonisti della vita economica del Paese, confrontandosi, ma soprattutto scontrandosi, con personaggi quali Benito Mussolini e Giovanni Agnelli e che negli anni Cinquanta contribuì alla nascita del cinema italiano. Varrebbe la pena ricordarlo?

Mario Taliani

Noceto

Inviato il 10/07/2007
Pubblicato il 05/08/2007

http://archiviostorico.corriere.it/2007/agosto/05/Gualino_uomo_che_volle_una_co_9_070805089.shtml

Un appello per Parma capitale europea della cultura

Riportiamo di seguito l’intervento di Matteo Agoletti pubblicato sulla Gazzetta di Parma circa l’opportunità di candidare la città di Parma a capitale europea della cultura.

Durante lo scorso mandato i consiglieri Agoletti e Bianchi si erano fatti promotori di una delibera, approvata all’unanimità, che ne chiedeva la candidatura. Ora i tempi stringono e il documento di indirizzo pare non interessare all’attuale amministrazione a Cinque Stelle.

cap cultura

Egr. sig. Direttore,

nell’ambito del dibattito culturale cittadino desidero intervenire attraverso le pagine del suo giornale per lanciare un appello a tutte le istituzioni della città di Parma, affinchè non si perda una importantissima opportunità di crescita e sviluppo che fortemente caldeggiai quando ricoprivo il ruolo di presidente della commissione cultura del comune di Parma durante lo scorso mandato. 

Ogni anno una città dell’Unione Europea viene designata “Capitale europea della Cultura”.

La città che si aggiudica tale importante riconoscimento ha la possibilità di creare un indotto culturale socio economico assai significativo, capace di dare sviluppo e opportunità in molti settori.  Diverse città europee hanno sfruttato questo periodo per trasformare completamente la loro base culturale, e facendo ciò, la loro visibilità internazionale.

Nell’anno 2019 la città Capitale europea della Cultura spetterà all’Italia, portando così nel nostro paese una vetrina internazionale per giovani artisti, un indotto per il turismo e soprattutto un ritorno economico di circa 1,5 milioni di Euro.

Durante lo scorso mandato io e all’allora consigliere Stefano Bianchi, presentammo una proposta di delibera, che dopo essere stata condivisa in commissione venne discussa in Consiglio Comunale e fu approvata all’unanimità. Nel documento si chiedeva la candidatura della città di Parma a Capitale Europea della cultura per l’anno 2019 e al tempo stesso al Comune di Parma di farsi carico di istituire un tavolo di concertazione che coinvolgesse le più significative istituzioni e realtà cittadine al fine di ricreare quel sistema Parma che già in passato aveva portato grandi risultati nella nostra città, vedi la sede Efsa.

L’idea nasceva dalla consapevolezza che Parma possiede tutte le caratteristiche necessarie per aspirare a ricoprire questo importante ruolo, che le consentirebbe di poter ulteriormente investire sui progetti culturali cittadini, creando anche nuove opportunità per le giovani generazioni. In questo contesto si inserisce l’idea, ambiziosa ma al tempo stesso raggiungibile, con la consapevolezza che l’obiettivo può essere possibile se si crea quel sistema Parma, tale per cui si possano coinvolgere intorno al progetto diverse e significative realtà cittadine, a partire dalle istituzioni, comprendendo le fondazioni, le associazioni, e le realtà più rappresentative della città. Inutile ricordare che la cultura parmigiana si coglie nella tradizione della città inserendosi nel presente e guardando fortemente al futuro, creando opportunità in termini di crescita, sviluppo, occupazione, infrastrutturali e di comunicazione che oggi più che mai rappresentano il valore aggiunto della società.

In questo senso il documento proposto voleva coinvolgere il Consiglio Comunale al fine di impegnare la giunta e sancire così questo primo doveroso passaggio istituzionale che mi auguravo potesse essere il preludio della nascita di un nuovo sistema Parma capace di ottenere il risultato finale.

I tempi erano chiaramente assolutamente favorevoli affinchè con calma si potesse dare vita ad un progetto strutturato, capace di esaltare la nostra tradizione culturale e creare un piano concreto che coinvolgesse nuove forme d’arte e giovani artisti.

Purtroppo quella delibera di indirizzo votata all’unanimità dal consiglio comunale è rimasta tale ed oggi giace dimenticata in qualche cassetto della pubblica amministrazione. Nel frattempo però molte città italiane stanno elaborando progetti culturali per aggiudicarsi il prestigioso riconoscimento europeo. Tra queste voglio citare anche la vicina Ravenna, che ha visto la gaffe del presidente della Regione Vasco Errani nel sostenere pubblicamente la candidatura di Ravenna per la regione Emilia Romagna (vedi “Ermes” portale ufficiale della Regione), evidentemente senza sapere che a Parma si doveva lavorare per lo stesso risultato.

Già diversi sono i siti internet dedicati presenti in rete che promuovono il tessuto culturale delle città italiane che a vario titolo partecipano.

Purtroppo molto tempo è stato perduto ma vi è tempo fino al 20 settembre prossimo per presentare la domanda presso il Ministero dei beni Culturali. Da lì partirà l’iter che accompagnerà la commissione che alla fine designerà la città italiana che nel 2019 diventerà Capitale della Cultura. Insieme alla domanda deve ovviamente anche essere presentato il progetto. Mi rendo conto che i tempi siano stretti, ma mi appello alle istituzioni cittadine, al Comune e alla Provincia di Parma, all’Università degli Studi, all’Upi, alla Camera di Commercio, alle Fondazioni, alle associazioni, affinchè mettano insieme le energie migliori per formulare la nostra proposta di candidatura.

Credo infatti che in questo periodo di crisi generale e difficoltà economiche e occupazionali specie per i giovani, sia doveroso non lasciare perdere un’opportunità così importante, che potrebbe significare molto per la nostra città.

                                                                                                                                                             Matteo Agoletti

                                                                                                                                                              www.agoletti.com

 

 

 

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