Riportiamo di seguito l’intervento di Matteo Agoletti pubblicato sulla Gazzetta di Parma circa l’opportunità di candidare la città di Parma a capitale europea della cultura.
Durante lo scorso mandato i consiglieri Agoletti e Bianchi si erano fatti promotori di una delibera, approvata all’unanimità, che ne chiedeva la candidatura. Ora i tempi stringono e il documento di indirizzo pare non interessare all’attuale amministrazione a Cinque Stelle.

Egr. sig. Direttore,
nell’ambito del dibattito culturale cittadino desidero intervenire attraverso le pagine del suo giornale per lanciare un appello a tutte le istituzioni della città di Parma, affinchè non si perda una importantissima opportunità di crescita e sviluppo che fortemente caldeggiai quando ricoprivo il ruolo di presidente della commissione cultura del comune di Parma durante lo scorso mandato.
Ogni anno una città dell’Unione Europea viene designata “Capitale europea della Cultura”.
La città che si aggiudica tale importante riconoscimento ha la possibilità di creare un indotto culturale socio economico assai significativo, capace di dare sviluppo e opportunità in molti settori. Diverse città europee hanno sfruttato questo periodo per trasformare completamente la loro base culturale, e facendo ciò, la loro visibilità internazionale.
Nell’anno 2019 la città Capitale europea della Cultura spetterà all’Italia, portando così nel nostro paese una vetrina internazionale per giovani artisti, un indotto per il turismo e soprattutto un ritorno economico di circa 1,5 milioni di Euro.
Durante lo scorso mandato io e all’allora consigliere Stefano Bianchi, presentammo una proposta di delibera, che dopo essere stata condivisa in commissione venne discussa in Consiglio Comunale e fu approvata all’unanimità. Nel documento si chiedeva la candidatura della città di Parma a Capitale Europea della cultura per l’anno 2019 e al tempo stesso al Comune di Parma di farsi carico di istituire un tavolo di concertazione che coinvolgesse le più significative istituzioni e realtà cittadine al fine di ricreare quel sistema Parma che già in passato aveva portato grandi risultati nella nostra città, vedi la sede Efsa.
L’idea nasceva dalla consapevolezza che Parma possiede tutte le caratteristiche necessarie per aspirare a ricoprire questo importante ruolo, che le consentirebbe di poter ulteriormente investire sui progetti culturali cittadini, creando anche nuove opportunità per le giovani generazioni. In questo contesto si inserisce l’idea, ambiziosa ma al tempo stesso raggiungibile, con la consapevolezza che l’obiettivo può essere possibile se si crea quel sistema Parma, tale per cui si possano coinvolgere intorno al progetto diverse e significative realtà cittadine, a partire dalle istituzioni, comprendendo le fondazioni, le associazioni, e le realtà più rappresentative della città. Inutile ricordare che la cultura parmigiana si coglie nella tradizione della città inserendosi nel presente e guardando fortemente al futuro, creando opportunità in termini di crescita, sviluppo, occupazione, infrastrutturali e di comunicazione che oggi più che mai rappresentano il valore aggiunto della società.
In questo senso il documento proposto voleva coinvolgere il Consiglio Comunale al fine di impegnare la giunta e sancire così questo primo doveroso passaggio istituzionale che mi auguravo potesse essere il preludio della nascita di un nuovo sistema Parma capace di ottenere il risultato finale.
I tempi erano chiaramente assolutamente favorevoli affinchè con calma si potesse dare vita ad un progetto strutturato, capace di esaltare la nostra tradizione culturale e creare un piano concreto che coinvolgesse nuove forme d’arte e giovani artisti.
Purtroppo quella delibera di indirizzo votata all’unanimità dal consiglio comunale è rimasta tale ed oggi giace dimenticata in qualche cassetto della pubblica amministrazione. Nel frattempo però molte città italiane stanno elaborando progetti culturali per aggiudicarsi il prestigioso riconoscimento europeo. Tra queste voglio citare anche la vicina Ravenna, che ha visto la gaffe del presidente della Regione Vasco Errani nel sostenere pubblicamente la candidatura di Ravenna per la regione Emilia Romagna (vedi “Ermes” portale ufficiale della Regione), evidentemente senza sapere che a Parma si doveva lavorare per lo stesso risultato.
Già diversi sono i siti internet dedicati presenti in rete che promuovono il tessuto culturale delle città italiane che a vario titolo partecipano.
Purtroppo molto tempo è stato perduto ma vi è tempo fino al 20 settembre prossimo per presentare la domanda presso il Ministero dei beni Culturali. Da lì partirà l’iter che accompagnerà la commissione che alla fine designerà la città italiana che nel 2019 diventerà Capitale della Cultura. Insieme alla domanda deve ovviamente anche essere presentato il progetto. Mi rendo conto che i tempi siano stretti, ma mi appello alle istituzioni cittadine, al Comune e alla Provincia di Parma, all’Università degli Studi, all’Upi, alla Camera di Commercio, alle Fondazioni, alle associazioni, affinchè mettano insieme le energie migliori per formulare la nostra proposta di candidatura.
Credo infatti che in questo periodo di crisi generale e difficoltà economiche e occupazionali specie per i giovani, sia doveroso non lasciare perdere un’opportunità così importante, che potrebbe significare molto per la nostra città.
Matteo Agoletti
www.agoletti.com
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