Dalla giornata di ieri è perfettamente operativo il termovalorizzatore di Parma. Al di là del dibattito sull’opportunità di dotarsi di un simile strumento, di cui tutti faremmo volentieri a meno, anche se oggi non esiste un’alternativa concreta per lo smaltimento dei rifiuti, tale scelta da parte delle istituzioni risale ad alcuni anni fa e non allo scorso mandato amministrativo. Quando le istituzioni locali decisero di dotarsi di un Polo ambientale all’interno del quale venissero smaltiti i rifiuti.
A distanza di anni il Movimento Cinque Stelle ha incentrato la propria campagna elettorale delle scorse amministrative sulla lotta al termovalorizzatore, promettendo l’interruzione dei lavori e la conseguente rinuncia all’opera in caso di vittoria.
Il tema è stato determinante per l’esito finale, infatti la frangia dei “No Termo” è riuscita a garantire al futuro sindaco grillino quella percentuale capace di mandarlo al ballottaggio, per poi vincere le elezioni.
Quella promessa elettorale è stata quindi determinante per l’esito finale. Come se non bastasse il leader Grillo, durante il suo comizio parmigiano – usando termini e modi a mio avviso inappropriati – ha dichiarato inoltre che prima di accendere il termovalorizzatore sarebbero dovuti passare sul cadavere del sindaco.
Ebbene il termovalorizzatore è perfettamente operativo.
Come volevasi dimostrare.
Il M5s ha perso la sua battaglia ideologica, ha fatto promesse che non ha potuto mantenere ed ha illuso chi credeva che tale opera potesse fermarsi all’urlo di guerra grillino.
Tralasciamo gli altri enormi problemi che la città sta vivendo dall’avvento della compagine pentastellata, ma se la coerenza di cui il popolo grillino si è fatto portatore ha davvero un peso, cosa dovrebbe fare oggi la giunta che governa Parma?
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Ciao Matteo,
non aggiungo altro circa le tue considerazioni che hanno arricchito il dibattito su Sansone. Circa Chibsah, però, trattandosi, probabilmente, di cessione in compartecipazione – peraltro con un club che vanta un poter d’acquisto rispetto al nostro, giacché Squinzi ha più dindi da spendere (e anche più voglia), non inquadrerei la questione negli stessi termini di un anno fa, cioè per la valorizzazione del centrocampista. Direi, anzi, che per lui si tratti di una bocciatura. Mi spiego meglio: se Donadoni non si è messo di traverso è perché evidentemente ritiene di poterne fare a meno. Mi pare evidente che il tecnico prediliga chi è maturo (sperando non marcisca) rispetto a chi sta sbocciando. E la società – evidentemente desiderosa di vincer qualcosa puntando su chi è già pronto – sembra la pensi come lui. Certo è un mercato in controtendenza rispetto a quelli di prospettiva degli anni passati, che ci hanno consentito, oggi giorno, di poter sbracare prendendo Cassano…
Circa altri colpi di mercato io non starei qui ad illudermi: se no che senso avrebbe lasciar partire questi due per prenderne altri? Il discorso vale soprattutto per l’attacco. A centrocampo, invece, mi pare attendibile la pista fiutata da Sandrone Piovani, circa Obi. Ricordiamoci che l’Inter ci deve ancora un giocatore, per via degli accordi intercorsi in sede di transazione Belfodil-Cassano, visto il mancato arrivo di Silvestre.
Cordialmente
Gmajo