Prodi e la fermata Medio Padana

#nonsiamopoliticamentecorretti

Romano Prodi al Quirinale? Grazie, no.

Parma ricorda molto bene ancora lo scippo della fermata Medio Padana finita invece a Reggio Emilia.

                                                                                                                Matteo

Il Presidente che non unisce

Doveva essere il Presidente dell’unità nazionale, il Presidente che unisse i diversi schieramenti politici in un quadro frammentato dove i tre principali partiti si dividono il consenso per un terzo ciascuno. Così è nata la candidatura di Franco Marini, promossa dal Pd e sostenuta dal Pdl. Ma Bersani non aveva fatto i conti con le divergenze interne ai democratici con Renzi da una parte (per primo aveva bocciato la candidature di Marini), Vendola e diversi franchi tiratori che hanno affossato l’ex presidente del Senato con un fuoco amico che ha nei fatti creato un serio danno politico e d’immagine al Pd. Ad uscire male da tutta la vicenda è stato il segretario Bersani che per ricompattare il partito e cercare la credibilità perduta ha, stamattina, proposto la candidatura di Romano Prodi.

Come è noto l’ex leader dell’Unione non è di certo gradito al centro destra. E non rappresenta nè l’elemento di novità, nè la volontà di unire gli animi di centro destra e centro sinistra in un momento difficile per il Paese.

Nella sostanza, il segretario del Pd antepone gli interessi partitici a quelli dell’Italia. Ma il risultato non è scontato. Il Movimento di Grillo continua a sostenere Rodotà e Scelta Civica ha lanciato il nome del ministro Cancellieri. Il Pdl pare orientato a sostenere proprio l’ex commissario di Parma. A questo punto Romano Prodi pare favorito, ma dalla quarta votazione senza il quorum potrebbe succedere di tutto.

Le costituzioni ideologiche: nascita, vita e declino

La rubrica “Scriveva Taliani” quest’oggi prende in considerazione il tema della costituzione.

Il presidente del Consiglio si è finalmente espresso in maniera chiara su quel che pensa della Costituzione. Asserendo come essa non sia, o non dovrebbe essere, un dogma ha comunque dato voce al pensiero di molti. Personalmente, e lo dico con il rispetto dovuto al documento fondante la nostra democrazia, ho sempre considerato il testo costituzionale fin troppo rigido, al punto di essere addirittura meno interpretabile della Bibbia. E di questa sua «rigidità» ne siamo tutti consapevoli considerato che tale caratteristica ci viene insegnata fin dai banchi di scuola. Ma è proprio questo che volevano i «padri costituenti»? Vista anche l’eccessiva flessibilità  delle carte e degli statuti precedenti?

Mario Taliani

Inviato il 15 ottobre 2010

Pubblicato a pagina 57 il 4 novembre 2010 – Corriere della Sera

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