Il nuovo Presidente

Il Presidente della Repubblica, a seguito del risultato elettorale e delle successive consultazioni, come sembrava scontato, ha dato mandato di costituire il governo a Pierluigi Bersani.

Oggi quindi il leader del Pd sta cercando in tutti i modi una maggioranza che senza alleanze nei numeri in Senato non esiste. Matteo Renzi dal canto suo ha ancora una volta correttamente manifestato solidarietà e sostegno al segretario del Pd, ma oggi non parteciperà all’incontro dei vertici democratici previsto per stasera e diversi suoi adepti hanno più volte fatto capire che la strada da seguire per costituire il governo è l’apertura al Pdl. Apertura però da subito bocciata da Fassina, bersaniano doc.

A questo punto, dato anche l’atteggiamento dei Cinque Stelle , che non intendono fare da stampelle ai partiti tradizionali, la partita è veramente complessa. E  molto ruoterà attorno alla figura del nuovo Presidente della Repubblica, che deve essere persona gradita anche al centrodestra.

E se tra tanti nomi ne uscisse uno, non tanto nuovo, quanto abile stratega e diplomatico che possa unire i due poli?

                                                                                                              Matteo

I Turchi in Germania: integrare o assimilare

Terza parte della trilogia sull’immigrazione della rubrica “Scriveva Taliani”. Oggi si discute di immigrazione verso la Germania.

Non credo che le affermazioni pubbliche del Primo ministro della Turchia in Germania siano state delle più felici. Forse suggestionato dalle migliaia di suoi conterranei riuniti in uno stadio, Erdogan li ha invitati a integrarsi senza però farsi assimilare.
Assimilazione che ha dichiaratamente giudicato «un crimine verso gli stranieri». Con questa esternazione, Erdogan ha però dato un contributo chiarificatore a un equivoco. 
E’ luogo comune infatti equiparare l’odierna immigrazione verso i Paesi europei a quella dei nostri nonni o bisnonni verso le Americhe. Prendendo a confronto questi due movimenti migratori dimentichiamo di contestualizzarne, non dico i bisogni, ma quelli che potremmo definire i «supporti tecnologici». Allora chi oltrepassava gli oceani o le Alpi, aveva difficoltà  a intrattenere contatti continui con il proprio Paese d’origine. E nel tempo, pur mantenendo le loro tradizioni, diventavano necessariamente americani. Oggi chi arriva in Italia, e in Germania o in Europa, può tenere saldi contatti con la propria terra di origine. E’ questo, secondo me, il rischio che spaventa molti dei miei connazionali. Avere cioè vicino qualcuno che appartiene a un gruppo sociale e culturale che rimane autosufficiente e che quindi non abbia alcuna intenzione di subire la «criminale» assimilazione, anzi!

Mario Taliani

Inviato il 5 Febbraio 2008

Pubblicato sul Corriere della Sera il 21 Febbraio 2008

http://www.corriere.it/romano/08-02-21/01.spm

Grazie Francesco Motta

gazza art

Desidero ringraziare pubblicamente Francesco Motta dei giovani Udc di Parma che, intervistato dalla Gazzetta di Parma circa il tema dei giovani in politica, mi ha citato come “guida” per il gruppo giovanile.

E’ un piacere e un onore per me mettere a disposizione quanto “appreso sul campo” in questi anni a favore dei giovani impegnati in politica.

I complimenti a Francesco per l’articolo si sommano a quelli per essersi brillantemente laureato proprio venerdì scorso presso l’Ateneo di Parma.

Bravo dottore!

                                                                                                                          Matteo

art.gazza1

 

Dov’è Kabul?

iene

Ovviamente la risposta corretta è in Afghanistan, ma non per l’attuale sindaco di Parma, che in giro per la capitale al seguito della compagine grillina è stato pizzicato dalle Iene.

E proprio sulla geografia è caduto il grillino from Parma, che davanti al pubblico di tutta Italia su Italia 1 ha dichiarato che Kabul si trova in Iraq. Non solo. Ad un’altra domanda su chi fosse Medvedev, il primo cittadino ha dato sfoggio delle sue conoscenze affermando che si trattasse di qualcuno dell’Unione Europea. Ma dopo una serie di tentennamenti cercando di rispondere alle domande dell’intervistatrice circa la funzione e la provenienza del primo ministro russo che il sindaco aveva collocato nell’U.E., un non troppo convinto Pizzarotti ha dichiarato: “ce la giochiamo sulla Russia?” 

Il nuovo avanza… ma forse farebbe bene a tornare indietro… per studiare un po’ di più!

 

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