Prosegue la rubrica “Scriveva Taliani” trattando oggi un argomento di carattere storico.
Hitler in Italia nel 1938 e una voce fuori dal coro
Nel volume «Maggio XVI», dedicato alla visita di Hitler in Italia nel 1938, tra le varie autorevoli firme del regime che vi scrissero – compresi Alessandro Pavolini e Telesio Interlandi – vi è anche quella di Giovanni Ansaldo. In un testo del genere, con tanto di svastica e fascio impressi in copertina, così scriveva Ansaldo: «D’ altra parte, il Germanesimo ha sentito che la stessa ideologia razzista, che tutto lo pervade e lo anima, porta in sè, latente, un pericolo grave: il pericolo dell’ isolamento nel mondo e il pericolo della ingenuità di fronte al mondo. L’ approfondimento della idea della razza produce senza dubbio un rinvigorimento di fiducia in sè, di giusto orgoglio, di consapevolezza dei propri diritti inalienabili; ma è dubbio se produca altrettanta conoscenza di quelle che sono le forze che agiscono nel mondo, altrettanta sicura intuizione degli agguati che il mondo può tendere. E quando l’ idea della purezza di razza anima e pervade tutta la vita di un grande popolo, come il popolo tedesco, è certo che essa conferisce alla sua condotta una schiettezza, una dirittura, una lealtà che si impongono alla considerazione del mondo; ma è meno certo che essa conferisca quella sapienza intuitiva, quella conoscenza della realtà , quel senso della misura, che sono necessari per operare fecondamente». Chi era e chi poteva rappresentare, all’ interno del fascismo, Giovanni Ansaldo per scrivere simili velate e preveggenti critiche proprio su una pubblicazione celebrativa della amicizia nazifascista?
Mario Taliani
http://archiviostorico.corriere.it/2009/febbraio/26/HITLER_ITALIA_NEL_1938_UNA_co_9_090226104.shtml
Inviato il 10 febbraio 2009
Pubblic ato il 26 febbraio 2009