L’esito delle elezioni era in parte annunciato. Il risultato è quello della ingovernabilità a causa del Senato. Non tutto però era così scontato. Infatti se il boom Grillo era annunciato, forse in pochi si sarebbero aspettati un risultato in valore assoluto così premiante, tanto da diventare il primo partito alla Camera. Altro elemento che ha fatto “saltare” tutti i sondaggi è stato invece il grande risultato del Pdl che fino all’ultimo si è conteso la vittoria col Pd. Al di sotto delle aspettative il Pd che partiva favorito ed è riuscito ad arrivare primo alla Camera per una manciata di voti ma senza autonomia di governo. Sotto tono anche il centro moderato di Monti che arriva al 10% cannibalizzando Udc e Fli che perdono molti consensi e vedono uscire di scena il Partito di Fini e ridurre notevolmente i parlamentari di Casini alla Camera e al Senato.
Analizzando il voto emerge un quadro dove l’elettorato ha espresso un forte desiderio di cambiamento e rinnovamento rispetto alla classe politica, assegnando la preferenza al movimento di Grillo. Allo stesso tempo non sono stati premiati il tecnicismo e l’austerità di Monti, così come al Pd di Bersani si è fortemente contrapposto Silvio Berlusconi vero e proprio motore di consenso, capace di risollevare le sorti di un partito come il Pdl che veniva da un periodo difficile e i sondaggi davano di gran lunga dietro al Pd.
Certamente, col senno di poi se il Pd avesse avuto il coraggio di mettere in campo Renzi credo che avremmo assistito a tutta un’altra partita.
Oggi questo è lo scenario. Il Paese pare ingovernabile e se nascerà un governo, sarà il risultati di accordi post elettorali alquanto singolari.
Non credo infatti che le forze politiche tradizionali sentano il bisogno di tornare immediatamente al voto con la certezza di consegnare l’Italia a Grillo che dal 25% continuerebbe a crescere a discapito degli altri. E allora, non bastando numericamente Monti a sostenere Bersani in Senato, le soluzioni restano quelle della grande coalizione o di un più difficile accordo tra Bersani e Grillo. Ne vedremo delle belle.
Quel che è certo è che si tornerà al voto prima del previsto e lo tsunami Grillo cambierà la geografia politica del Paese dando vita ad uno scenario completamente nuovo, con persone nuove, una legge lettorale nuova (speriamo), ad un cambiamento che ci porterà alla terza repubblica.
Matteo
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