“L’opinione” di Francesco Motta.
Pubblichiamo l’intervento di Francesco Motta, giovane Udc di Parma, che commenta e pone questioni degne di interesse a seguito della tappa parmigiana dello Tsunami Tour di Grillo.
In molti siamo stati domenica sera ad ascoltare il simpatico show di Beppe Grillo, condotto brillantemente in Piazza Garibaldi, con il palco posto davanti all’ingresso del Comune, un po’ come a dire chi è che dà gli ordini e chi segue e si adegua a cio che viene stabilito dall’alto del palco. Molti gli argomenti, alcune le considerazioni tutto sommato condivisibili, molti i problemi portati alla luce, qualche sporadica soluzione, ma più spesso nessuna. Soprattutto, però, una mentalità che con bei giri di parole e divertenti battute propone un sogno irrealizzabile di una democrazia diretta che fa sempre solo le cose giuste. Perché se si scavalcano gli orpelli della democrazia che ci siamo faticosamente conquistati in due secoli, combattendo tirrani e dittatori, tutto sembra facile e naturale. Il popolo da solo farà solo la cosa giusta. La mentalità che viene orgogliosamente ostentata e che sembra essere la soluzione per tutti i problemi del paese è quella in base alla quale siano direttamente i cittadini a decidere per ciò che riguarda il proprio cortile, senza assolutamente tener conto della visione generele delle cose. Ognuno si occupi del suo e ogni singolo cittadino abbia l’ultima parola su tutto. Fino ai referendum senza quorum. Si azzera il ruolo dell’amministratore, non serve chi veda le cose dall’alto di un progetto generale, si può fare altrimenti. Si può decidere ciascuno per il suo e come va va, l’interesse generale è secondario. Pensiamo alla nostra tangenziale, se si fosse fatto così. Un quartiere magari si sarebbe potuto opporre: lì niente tangenziale. Gli altri avrebbero potuto proporre varianti, così il tracciato sarebbe stato aleatorio e non utile al progetto generale di mobilità. Oggi non avremmo una struttura viabilistica che permette a chi arriva da fuori di muoversi esternamente al centro abitato magari per scegliere di fermarsi in uno dei parcheggi scambiatori, prendendo poi un autobus o una bici del bike-sharing, cosa molto più ecologica del muoversi in auto. O di raggiungere rapidamente in auto, quando necessario, la destinazione, senza intasare le strade urbane, molto più propense, ora, ad ospitare bici e pedoni. Con la visione di Grillo, tutto da dimenticare. Ogni quartiere fa per sé, decidono i cittadini di quel quartiere cosa vogliono e cosa no, parole sue. A Parma lo si vede nei fatti: quella strada (pagata coi nostri soldi, di tutti) che serve a raggiungere il nuovo Ponte Europa da via Trento resta chiusa, perché qualcuno (non più di 25 persone magari) lì non vuole proprio che ci passino le auto. Applichiamolo all’intero paese e risulta evidente che non si faccia nessuna TAV e niente che le somigli. Tutto scoordinato. Un coacervo di pezzi di ferro sconnessi che non formano una nave e niente comandanti o ufficiali che la orientino. Non può che affondare. Il sogno di Grillo, così lo ha chiamato domenica, in realtà sembra essere un incubo.