Pagina nera per Parma

La cronaca giudiziaria dei giorni scorsi a Parma ha scritto una delle pagine più nere della storia della città.

E’ difficile fare a “caldo” commenti sulla vicenda senza conoscerne i contorni se non per quanto emerso dalla stampa. Resta un grande dispiacere, lo sconforto, l’incredulità e lo stupore nel leggere i capi di accusa degli imputati.

Sono umanamente molto dispiaciuto per gli arrestati, gli indagati e per le conseguenze politiche ed il danno di immagine per la città.

Con piena fiducia nelle autorità e nella magistratura, auspico venga fatta al più presto chiarezza al fine di chiudere la vicenda e voltare pagina per offrire alla città un futuro migliore.

                                                                                                               Matteo

Beppe Grillo ed il ruolo dei sindacati

Prosegue la rubrica “Scriveva Taliani“.

Oggi Mario Taliani scrive a Romano circa la figura dei sindacati, recentementi richiamati da Grillo.

Caro Romano,

sono state molto criticate le farsi pronunciate da Beppe Grillo sulla necessità , a suo avviso, di “eliminare” i sindacati. E, soprattutto, ovviamente dai diretti interessati. Ma al di là  della provocatoria iperbole da campagna elettorale pronunciata dal comico genovese, non crede che andrebbe però approfondito quale sia o dovrebbe essere l’attuale ruolo dei sindacati? E se siano o meno fondate le critiche di conservatorismo a loro rivolte? Anche perchè alcuni riferimenti fatti da Grillo hanno effettivamente un loro fondamento. A partire da quello stesso auspicio a far si che la proprietà  delle fabbriche passi in mano ai lavoratori. Proposta non nuova visto che mi ha fatto tornare addirittura in mente l’utopica e tardiva “socializzazione” che cercò di realizzare ai tempi della nostra guerra civile quel Nicola Bombacci che finì per questo appeso a Piazzale Loreto nell’aprile del 1945. E che nella pratica oggi risulta essersi forse effettivamente realizzata, per una sorta di ironia della storia, non tanto in paesi socialisti quanto negli USA. Se è vero come è vero che il fondo pensione Veba dei dipendenti della Chrysler possiede il 48% delle azioni della ditta per cui lavorano (mentre il restante è della Fiat, tanto per contestualizzare la cosa all’argomento che stiamo trattando!)

Cordiali saluti,

Mario Taliani

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: