Prosegue la rubrica “Scriveva Taliani”.
Oggi il nostro scrittore-politico tratta del tema relativo la Costituzione ed in particolare l’articolo 1.
Caro Romano,
mi permetto di scriverle prendendo spunto da una sua recente risposta sull’articolo 1 della Costituzione in cui spiegava quell’essere stata definita, l’Italia, una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Non trova, però, che la parte che andrebbe meglio approfondita di quell’articolo non sia la prima frase bensì la seconda? Ed in particolare nella sua conclusione? Nulla da eccepire sul dovuto “la sovranità appartiene al popolo…” mentre le vorrei chiedere del perchè si sia aggiunto immediatamente dopo il “che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”? Non sarebbe stato meglio se i padri costituenti non fossero andati oltre la virgola? L’aver aggiunto proprio nel primo articolo, quello dal maggior significato ed impatto emotivo, quella sorta di “paternalistico” paletto oltre cui la stessa principe sovranità popolare non poteva andare non ha un che di fuorviante? Trasmettendo fin da subito l’impressione che proprio la stessa sovranità popolare non sia esente dall’essere fallace e che per questo la si debba esercitare in forme e limiti ben definiti? Implicitamente sembrerebbe quasi che si voglia ricordare quanto lo stesso popolo possa essere immaturo ed irresponsabile nel decidere del proprio destino. Una visione, questa, che anche il regime precedente, e non lo si prenda come eresia l’affermarlo, anch’esso ben più esplicitamente aveva! E che in qualche modo si è trascinata sino ai giorni d’oggi in cui è proprio la democrazia diretta che continua ad essere messa ai margini delle decisioni politiche italiane! Permettendo quel successo della politica dal “dito puntato” che può far comodo ai populisti ma che fa dimenticare il come, in democrazia, sia il popolo il principale responsabile di se stesso! E che politicamente si merita sempre ciò che ha, anche quando non vota!
Cordiali saluti,
Mario Taliani
La risposta di Romano sul sito del Corriere