Incredibile: stop al Quoziente Parma

Incredibile!!!

Si è arrivati ad abolire ciò che di buono c’era ed era diventato un modello per tanti in Italia. Il “Quoziente Parma” è stato sospeso.

La notizia si apprende oggi, pare infatti che con delibera di giunta comunale n.439/2012 del 26 novembre u.s. l’amministrazione comunale di Parma abbia dato il suo avvio formale allo smantellamento del quoziente familiare, declinato in chiave locale durante l’ultimo mandato come Quoziente Parma.

Il Quoziente Parma era stato preso a modello da moltissime amministrazioni locali come esempio di buona amministrazione capace di valorizzare la famiglia con interventi di natura economica sui servizi.

A livello nazionale le associzioni avevano riconosciuto all’unanimità la valenza del Quoziente Parma, diventando così uno strumento efficace in materia di politiche familiari.

Il Quoziente Parma rappresenta infatti un intervento concreto nell’applicare il quoziente familiare nell’ambito delle politiche di accesso ai servizi e delle rette di competenza di un’amministrazione comunale. Le politiche per la famiglia devono trovare riscontro concreto in un aiuto economico nei confronti di chi ha più figli e si fa carico di persone anziane e bisognose. Solo così si creano i presupposti per  far crescere il paese e per dare fiducia ai giovani.

Ora con un colpo di spugna l’amministrazione a cinque stelle elimina il Quoziente Parma e firma uno degli interventi più disgraziati che una maggioranza politica possa porre in essere.

                                                                                                                 Matteo

Le scelte comunali “freddano” l’università

Riportiamo di seguito l’intervento dei giovani Udc e Studicentro.

Freddo nei luoghi di studio

Intervento dei Giovani Udc – StudiCentro

A seguito del malcontento nato all’interno del nostro Ateneo da parte degli studenti che abitualmente studiano in biblioteca, a causa delle restrizioni imposte dall’amministrazione comunale, circa la temperatura massima consentita, non sufficiente a riscaldare completamente i luoghi di studio, intervengono Carlo De Salvo, Francesco Motta e Leonardo Quadrini del movimento giovanile Udc di Parma.

 Purtroppo dobbiamo constatare, afferma De Salvo, coordinatore StudiCentro, che le restrizioni imposte dall’amministrazione comunale, circa la temperatura massima di 19 gradi, creano diversi disagi all’interno del nostro ateneo dove i luoghi di studio, molto ampi come le biblioteche, dove i ragazzi stazionano molte ore al giorno sui libri, sono freddi e umidi.

Già diversi nostri colleghi hanno lamentato queste situazioni che si vivono nei luoghi comuni di studio, non è pensabile che gli studenti che vogliono studiare in biblioteca o in aule studio debbano soffrire il freddo e non poter usufruire dei servizi di cui hanno diritto, incalza De Salvo.

Riteniamo pertanto, dice Quadrini, che gli studenti vadano tutelati nei loro diritti garantendo l’efficienza ed il comfort delle aule studio e delle biblioteche a cominciare dal riscaldamento nel periodo invernale.

Motta invita l’amministrazione comunale ad una riflessione circa gli effetti delle proprie scelte in termini di temperature massime consentite specie nei luoghi pubblici.

Allo stesso modo, continua Motta, la giunta dovrebbe valutare molto attentamente le politiche ambientali e per il risparmio energetico nel nostro comune, perché pur condividendo la fondamentale salvaguardia del bene comune, non vorremmo che a pagare gli effetti della crisi e delle scelte restrittive siano per primi i giovani, che già spesso nello studio affrontano non pochi sacrifici dal punto di vista economico, ma che al contrario dovrebbero rappresentare il futuro della nostra società.

 

 

 

La Turchia e la Nato di ieri

Proseguono le pubblicazioni della rubrica “Scriveva Taliani”.

Nella lettera a Romano che oggi pubblichiamo, il politico – scrittore affronta il ruolo della Turchia nei confronti di U.E. e Nato.

Caro Romano,

sono sempre stato personalmente favorevole all’ingresso della Turchia nella Unione Europea. Anche se, ammetto, il mio favore andava, ma va ancora!, più alla Turchia secolare di Kemal Ataturk che a quella semi-confessionale di Recep Tayyp Erdogan. Ricollegandomi ad una sua recente risposta le vorrei però chiedere se sia oggi più rischioso avere la Turchia nella Nato piuttosto che nell’Unione? E glielo chiedo non per il possibile coinvolgimento dell’alleanza a difesa di un proprio membro, visto il conflitto in Siria, quanto nel convincimento che siano cambiati i presupposti stessi dell’Alleanza Atlantica. Nata in un epoca in cui vi erano interessi di difesa comuni a tutti i componenti, vista la contrapposizione dei due blocchi politici esistenti, è negli anni intervenuta in alcuni conflitti in cui questi stessi interessi erano rimasti seppur con sfumature diverse. Quanto sta avvenendo invece al confine turco-siriano ha un che di locale che rischia di snaturare appunto il significato originario della Nato. Nei sanguinosi secoli scorsi le alleanze militari sono infatti scaturite per lo più da contesti storici temporanei e nel tempo si sono appunto fatte e disfatte. Alcune (e noi italiani siamo stati maestri in questo visti i due precedenti mondiali) addirittura con guerre in corso! Ha quindi ancora senso parlare di Nor th Atlantic Treaty Organization nell’attuale contesto mondiale?

Cordiali saluti,

Mario Taliani 

Aseguire la risposta:

http://www.corriere.it/lettere-al-corriere/12_Novembre_06/-LA-NATO-E-INVECCHIATA-MA-SERVE-ANCORA-AGLI-USA_d1c308c2-27df-11e2-9e66-88ac4e174519.shtml

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