Dai dati delle elezioni in Sicilia possiamo trarre i seguenti spunti di riflessione:
- il partito dei non votanti continua a crescere superando addirittura il 50% degli aventi diritto
- il Movimento 5 Stelle risulta essere il primo partito siciliano
- il Pd vince insieme all’Udc, lasciando da parte la foto di Vasto e dando vita alla proposta di governo progressista moderata
- Sel e Idv non raccolgono nemmeno un seggio
- il Pdl risulta ancora molto frammentato, tuttavia sommando il risultato di Musumeci e quello di Miccichè si intuisce la collocazione politica della maggior parte dei siciliani
Ora, emerge ancora una volta quanto forte soffi il vento dell’antipolitica e l’astesnioismo ne è la testimonianza. Così come lo è il risultato dei grillini che passano da 0 a 15 seggi in Assemblea Regionale.
Vince Crocetta, sostenuto dall’alleanza progressista moderata Pd-Udc che è stata premiata e si potrebbe ipotizzare per le prossime elezioni. Tuttavia il Pd deve scegliere, se guardare al centro, all’Europa, lasciando da parte Sel e Idv, come avvenuto in Sicilia, o se seguire la foto di Vasto come le primarie di coalizione sembrano anticipare.
Nel contesto generale si discute della riforma elettorale, da tutti richiesta a gran voce tranne che da Grillo, che sarebbe l’unico a guadagnare dalla frammentazione del “porcellum”, ma le teorie in merito sono diverse. C’è chi difende il bipolarismo e chi chiede il proporzionale, si dibatte del premio di maggioranza e della reintroduzione delle preferenze che l’ala bersaniana del Pd non gradisce.
Attendiamo conferme.