Giovane, amante della politica, che mette la famiglia al primo posto: un esempio positivo.
Pubbliachiamo l’intervento di Matteo Calestini, giovane, ultimo presidente del quartiere Molinetto, che mette la famiglia al primo posto. Un esempio positivo per i giovani che cercano di trovare la propria strada nella società moderna.
L’idea di farsi una famiglia, credo sia un progetto di quasi tuti i giovani. Solitamente le questioni da affrontare sono su il “quando” e con che “premesse”.
Sicuramente un minimo di stabilità economica è necessaria, nonchè avere come partner una persona che si reputi affidabile come marito/moglie e padre/madre, e non solo come morosino per l’aperitivo del venerdì e il brunch della domenica. Sono però convinto che queste due condizioni, fondamentali alla costituzione di una famiglia, debbano essere costruite e volute attivamente!
L’atteggiamento passivo, come di chi aspetta una qualche strana “combinazione astrale” che crei senza volerlo, il fatidico “momento giusto” per dare una svolta alla propria vita, è sicuramente una scelta rischiosa, che nella migliore delle ipotesi fa spostare molto in avanti nel tempo, la possibilità che accada. Se da un lato esistono fattori che non dipendono da noi, e che ci rallentano nella nostra progressione di vita (vedi il termine degli studi universitari e post universitari che si allunga sempre più, piuttosto che un primo impiego, raggiunto da molti non prima dei 30 anni), dall’altro siamo solo noi stessi gli artefici del nostro destino.
Che io abbia conosciuto a 25 anni, quella che sarebbe diventata poi la mia attuale moglie, è sicuramente un “caso” dal punto di vista dell’incontro, ma sicuramente non lo è stata la realizzazione di quello che è venuto dopo. Bisogna quindi necessariamente focalizzare i propri desideri e renderli reali, a costo anche di sacrifici. Vogliamo parlare dei sacrifici per fare una famiglia, nel senso più largo del termine: innanzitutto l’ozio spensierato, standosene tranquilli sul divano, ad ascoltare la musica, diventa un lontano ricordo.
Poi ci sono i pensieri su questioni prettamente pratiche: dove abitare, da quando, e le bollette. Successivamente diventa proprio impossibile anche dormire, a causa di un pargoletto che vuole mangiare ogni due ore. Il matrimonio, e i suoi amorevoli risvolti (con due braccia e due gambe), si fondano sicuramente sull’amore delle due persone, ma non basta. Ho imparato infatti che bisogna trattare la propria famiglia con cura, giorno dopo giorno, sapendo che chi semina bene raccoglie bene. Per questo insegnamento, facile a dirsi ma non altrettanto facile a farsi, forse devo dare riconoscenza anche al lavoro che svolgo, in un isituto di credito, dove la prassi, tutti i giorni, è che se a fine sera c’è qualche problema serio, non si torna a casa senza averlo risolto, costi quel che costi, in termine di tempo, ansia, fatica e di impegni pregressi.
Così anche per le sfide, di tutti i tipi, anche quelle più strane, che si possono creare nella gestione della propria famiglia, o si affrontano fino alla radice da subito, o non possono che peggiorare.
Fatta questa lunga premessa, che rischia più di impensierire che di incoraggiare, voglio descrivervi la mia situazione: 29 anni di età , sposato da 2, con una bimba piccola e un/una seconda in arrivo, il lavoro in banca (che è tutto tranne che rilassate e facile) e una indomabile passione per la politica. Penso di aver raggiunto dei buoni risultati per l’età che ho, derivanti in parte dal caso, ma anche e soprattutto perchè li ho fortemente cercati.
“No gain without pain”, rende molto bene l’idea! E poco importa se come motto sia nato in ambito atletico, le fatiche per la propria famiglia infatti, sono molto superiori che “sollevare della ghisa” in palestra, come dice sempre un mio caro amico. Ma la grande speranza e insegnamento di una situazione come questa, come la mia, che prego tutti i giorni di poter conservare, è che è realmente possibile crearsi una famiglia! E’ assolutamente possibile coniugare affetti, lavoro e passioni personali. Chi pensa che io sia un caso particolare si sbaglia di grosso! Abbiamo purtroppo tutti, giovani e non, il brutto vizio di paragonarci a gente che sembra avere già tutto, io stesso l’ho fatto in passato, e in parte lo faccio tutt’ora, con l’esito di non sentirci mai bravi abbastanza, e quindi di rinunciare, mettendo in un cassetto, con le foto di quando eravamo bambini, i nostri sogni. La verità è che il nostro domani, la nostra fortuna… siamo noi stessi!
Abbiamo in noi tutto quello che serve per i nostri sogni. Certo, forse voler fare a tutti i costi un determinato lavoro, piuttosto che fare una certa esperienza, possono rivelarsi cose infattibili, ma… ragionando in un’ottica di lungo termine (perchè la vita, non è avere 20 anni per sempre, ne guardare il proprio profilo su Facebook tutte le sere, e compiacersi di quanto si è fighi), siamo ancora sicuri che proprio tutti i progetti che abbiamo in pentola, siano necessari? Se non addirittura deleteri per alcuni di essi, che invece sono più importanti?
Un esempio che mi è sempre piaciuto è quello della vita vista come un vaso di vetro: si può riempire con le cose molto importanti (dei grandi sassi), delle cose importanti (dei sassolini), e delle cose poco importanti (della sabbia). Il rischio è riempire il vaso, per anni, con tanta, troppa sabbia piccola, fino al colmo. Se invece si fosse riempito prima con le cose importanti (una famiglia, ad esempio), un po’ di spazio per il resto, tra una e l’altra cosa, c’è sempre.
Approfitto del blog concessomi da Matteo, per esortare tutti i giovani a credere in se stessi, e a fare scelte che vadano oltre la necessità immediata, il progetto a breve termine o la moda del momento. A guardare in se stessi, con tutta l’onestà possibile, e chiedersi cosa si ritiene veramente importante. Fatto questo, il resto verrà da sè.