E’ cominciato nei giorni scorsi Festival Verdi 2012. Di seguito l’intervento di Matteo Agoletti pubblicato sulla Gazzetta di Parma.
Festival Verdi: resti motore dell’economia locale
Matteo Agoletti interviene a difesa del teatro Regio e del suo indotto per la città
L’intervento del presidente di Parma Incoming e direttore di Ascom Enzo Malanca mi dà la possibilità di approfondire il tema relativo al marketing territoriale indotto del teatro Regio e sostenere ed approfondire tanti aspetti sostanziali che condivido pienamente, esordisce così l’ex presidente della commissione cultura del Comune di Parma Matteo Agoletti.
Definire “cadavere” il teatro Regio, che rappresenta il simbolo della parmigianità e della nostra cultura made in Parma grida allo scandalo. Ma fuor di polemica politica, il Regio, in particolare grazie a Festival Verdi ha saputo creare un grandissimo indotto per l’economia del nostro territorio dal 2007 al 2011.
La nostra città ha infatti due grandi vocazioni, l’agroalimentare e la cultura. Quest’ultima, rappresentata al meglio dal Festival Verdi ha saputo coniugare gli elementi più tradizionali della parmigianità, offrendo al grande pubblico straniero un prodotto unico ed inimitabile che solo a Parma si può trovare.
Il volano economico prodotto dalla cultura, per cui tanto lavorò l’amministrazione di Pietro Vignali, relativo al settore del turismo e commercio, che parte dalla ricettività alberghiera, dalla ristorazione, fino al prodotto tipico, ha saputo creare un’atmosfera capace di fare registrare numeri a cui mai avevamo assistito e che hanno portato sul comune e sulla provincia turisti provenienti da ogni parte del mondo.
In quest’ottica, come chiedevano i tour operator, si inserivano rappresentazioni anche in provincia, a Busseto, in grado di garantire un’offerta che rendesse partecipe città e provincia con opportunità sempre maggiori.
Intendendo quindi la cultura anche come motore di turismo, mi piace ricordare che nel 2008 nel mese di ottobre è stata inaugurata, oltre al Festival Verdi, anche la mostra del Correggio che e’ stata l’iniziativa culturale più visitata in Italia per sei mesi, superando addirittura le mostre di città con una più nota tradizione culturale. Parma e’ stata letteralmente invasa di turisti come tradizionalmente avviene solo in città come Venezia e Firenze.
In virtù di questo mi sento di affermare che non sia possibile sminuire ciò che ha rappresentato il fiore all’occhiello della nostra offerta culturale e produttiva. Purtroppo diversi fattori hanno oggi fortemente colpito quell’eccellenza che Parma era riuscita ad offrire negli anni scorsi. Il marketing territoriale, abbinato a Festival Verdi, con le vetrine addobbate appositamente, le arie verdiane che suonavano nell’atmosfera ormai autunnale, la pubblicità su scala nazionale grazie alla collaborazione con Mediaset, il turismo straniero, a cui eravamo abituati in questi anni pare essere ben lontano dall’atmosfera che ci apprestiamo a vivere i questi giorni.
Allora, da giovane, da amante della cultura, da sostenitore della parmigianità, che ha avuto la fortuna di presiedere la commissione cultura del comune di Parma, ma soprattutto da cittadino che guarda al futuro e alla nostra crescita produttiva, lancio un grido d’allarme, volto a spegnere le contrapposizioni tra le parti in causa e a ricercare nel più breve tempo possibile quel tono in grado di riportare il Festival Verdi al livello di eccellenza e di motore per l’economia locale che abbiamo conosciuto negli anni passati.