Nuovi spazi per la politica

Di seguito inseriamo la lettera al direttore di Matteo Agoletti, pubblicata ieri dalla Gazzetta di Parma.

Egr. sig. Direttore,

nel mese di agosto scrissi attraverso questa sua rubrica che la politica aveva bisogno di un cambio di marcia. Oggi, in continuità con quanto allora espresso, mi permetto di chiederle ancora uno spazio per affermare che la politica ha bisogno di nuovi spazi.

Non voglio cadere nella cantilena della crisi economica, dell’imposizione fiscale e del mercato del lavoro, mi limito a dire che la politica a cui assistiamo dalle cronache ha toccato il limite della decenza.  Sono tendenzialmente un garantista, ma leggendo dei fatti della regione Lazio, emerge un quadro di cattiva gestione del bene pubblico e dello sperpero, che gridano allo scandalo rispetto al clima che viviamo in questi giorni. E guardando i rendiconti delle spese dei gruppi parlamentari, sinceramente rimango un po’ indignato anch’io, pensando ai miei sacrifici per fare politica da giovane a Parma e agli statuti dei partiti che chiedono la percentuale sui gettoni di presenza dei consiglieri comunali e di quartiere. Tutto questo non credo faccia bene alla politica e porti molti appassionati a disilludersi e molti altri a rifugiarsi in movimenti di denuncia e protesta come il grillismo.

 In questo contesto a livello nazionale si inserisce il grande consenso nei confronti di Renzi, dove trovano spazio idee contro il finanziamento ai partiti, ai vitalizi, e per uno svecchiamento della  classe dirigente, che in maniera più composta rispetto al grillismo, potrebbero trovare consenso in tutto l’arco costituzionale e non nel solo Pd.

A Parma stiamo provando il governo a 5 Stelle, che mi pare dalle prime battute, anche se è ancora presto per giudicare, possa dare adito ad alcuni  tentennamenti. Vedasi questione orchestra teatro Regio, posizione di Camera di Commercio e Banca Monte, situazione sicurezza, nonché l’annosa questione relativa al termovalorizzatore. Tuttavia credo che per il bene della città occorra mettere insieme idee, persone volenterose e persone con maggiore esperienza.

Per questo credo che gli spazi antitetici di maggioranza e minoranza, oggi vadano stretti. Perché troppo esclusivi, ed in parte conseguenza di quella politica stantia che la scena nazionale ci ripropone.  Al contrario credo che ci sia oggi più che mai bisogno di nuovi spazi per la politica, nuove forme di dialogo, che non badino solamente all’orticello di pertinenza, ma che al contrario mirino agli open fields.

Per ottenere questo importante risultato, occorre caratterizzarsi con questioni di sostanza ed un’apertura al dialogo, consapevole del momento politico in cui viviamo, in modo da diventare un interlocutore importante per la politica e per tutta la città.

Stiamo lavorando per questo.

                                                                                                                                                                  Matteo Agoletti

                                                                                                                                                         

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