#eleSicilia

Dai dati delle elezioni in Sicilia possiamo trarre i seguenti spunti di riflessione:

  • il partito dei non votanti continua a crescere superando addirittura il 50% degli aventi diritto
  • il Movimento 5 Stelle risulta essere il primo partito siciliano
  • il Pd vince insieme all’Udc, lasciando da parte la foto di Vasto e dando vita alla proposta di governo progressista moderata
  • Sel e Idv non raccolgono nemmeno un seggio
  • il Pdl risulta ancora molto frammentato, tuttavia sommando il risultato di Musumeci e quello di Miccichè si intuisce la collocazione politica della maggior parte dei siciliani

Ora, emerge ancora una volta quanto forte soffi il vento dell’antipolitica e l’astesnioismo ne è la testimonianza. Così come lo è il risultato dei grillini che passano da 0 a 15 seggi in Assemblea Regionale.

Vince Crocetta, sostenuto dall’alleanza progressista moderata Pd-Udc che è stata premiata e si potrebbe ipotizzare per le prossime elezioni. Tuttavia il Pd deve scegliere, se guardare al centro, all’Europa, lasciando da parte Sel e Idv, come avvenuto in Sicilia, o se seguire la foto di Vasto come le primarie di coalizione sembrano anticipare.

Nel contesto generale si discute della riforma elettorale, da tutti richiesta a gran voce tranne che da Grillo, che sarebbe l’unico a guadagnare dalla frammentazione del “porcellum”, ma le teorie in merito sono diverse. C’è chi difende il bipolarismo e chi chiede il proporzionale, si dibatte del premio di maggioranza e della reintroduzione delle preferenze che l’ala bersaniana del Pd non gradisce.

Attendiamo conferme.

I Dico alla “parmigiana”

Riportiamo l’intervento del dottor Glauco Santi, responsabile regionale Udc dei rapporti col mondo cattolico, in merito all’approvazione da parte del consiglio comunale di Parma del Registro delle Unioni Civili. 

 

I Dico alla “parmigiana”

Il 12 maggio 2007 un milione e trecentomila persone gremivano Piazza San Giovanni a Roma. Il sottoscritto guidava un gruppo di parmigiani, avevamo noleggiato un pullman, per dire il nostro Si’ alla famiglia fondata sul matrimonio e tutelata dalla nostra Costituzione e un No netto all’ipotesi Pollastrini-Bindi dei Dico, Diritti delle persone conviventi. Quella imponente manifestazione popolare riuscì a fermare il progetto di legge. Ma si sa’: il lupo perde il pelo ma non il “vizio”, e i Dico fatti uscire dalla porta, piano piano li si e’ voluti far rientrare dalla finestra. La “finestra” dei Comuni. Una operazione a macchia di leopardo che ha portato il pomeriggio di giovedì 25 ottobre 2012 il Consiglio Comunale di Parma ad approvare ad amplissima maggioranza, 30 si’ e 2 no, il registro sulle unioni civili, veri Dico alla “parmigiana”.
Hanno votato a favore il Movimento 5 Stelle, il Pd, Pdci e i consiglieri Ubaldi, Guarnieri e Ghiretti. Gli unici a votare contro sono stati i consiglieri, Pellacini, Udc, e Buzzi, Pdl. A questi due consiglieri comunali va il mio plauso sincero.
Sinistre, Grillini e alcune Liste Civiche si sono stretti la mano attorno a una visione decisamente relativista della famiglia. Oltretutto facendo una grande confusione fra ciò che e’ di diritto pubblico e quindi di interesse pubblico, e ciò che invece e’ e deve rimanere nel privato. Laddove sono stati istituiti tali registri hanno avuto risibili e scarsissime adesioni, mancando quindi di gradimento fra la popolazione. Basti pensare alla stessa citta’ di Bologna il cui registro in 12 anni non ha avuto la benche’ minima adesione. Di cosa stiamo parlando? Essi rappresentano soprattutto intenti puramente ideologici, essendo altre le priorità e le necessita’ della gente e delle famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese. Sono ormai lontani i tempi in cui la città di Parma era da tutti additata quale esempio di politiche per la Famiglia. Eppure basterebbe essere fedeli alla nostra Carta Costituzionale. Non e’ poi così difficile.

I giovani a Modena

Ieri sera i giovani dell’Emilia Romagna si sono incontrati a Modena con il segretario regionale Davide Torrini.

Work in progress per i prossimi 1 e 2 dicembre.

Cesenatico 1 – 2 dicembre 2012. Ci saremo!

Renzi a Parma

 

Credo che del week end parmigiano appena trascorso oltre che alla vittoria sulla Sampdoria e del cambio di modulo voluto da Donadoni, non si possa non parlare della presenza di Matteo Renzi a Parma.

Ho seguito il tutto dalla stampa, dai media on line e dai social network. Ritengo però che la tappa parmigiana abbia avuto successo, con tanto di pubblico dentro e fuori dal cinema Astra. Dai resoconti di chi c’era si capisce che i presenti erano per la maggior parte venuti spontaneamente – per intenderci – per la buona riuscita in termini di presenze non ha lavorato la regia del partito. Questo elemento testimonia quanto intorno a Renzi si stia creando un clima di entusiasmo e di consenso, che in termini politologici definirei di opinione. Sicuramente il momento politico chiede discontinuità rispetto al passato e il fatto di essere l’outsider di turno, giovane, con la capacità e l’esperienza amministrativa del sindaco, con un linguaggio concreto, molto restio al politichese e alla vecchia classe dirigente, giovano non poco al numero uno di Palazzo Vecchio.

L’essere contrario al 18 politico e a quel modo di fare che alla fine degli anni sessanta ha cominciato ad affossare il merito, come dichiarato sabato a Parma, la contrarietà ai finanziamenti ai partiti, ai vitalizi, ai super stipendi di parlamentari e dirigenti, sono temi chiari e molto cari ai cittadini.

Che Renzi fosse diverso rispetto al resto del Pd lo si era capito da tempo e le sue uscite pubbliche anche sulle reti Mediaset lo testimoniavano. Anche la triste uscita di Marchionne dei giorni scorsi penso lo abbia fatto crescere in simpatia, non tanto per il tono e la sostanza della risposta del sindaco toscano, quanto per l’effetto di poca  simpatia che suscita Marchionne.

Dal punto di vista politico la sfida è in corso, comunque vada credo che Renzi uscirà molto rafforzato dalle primarie, che costituiscono un’ipoteca importante per il suo futuro, non in termini di ritorno da “poltronificio” ma in sede di autorevolezza politica. I temi e gli obiettivi di Renzi hanno poco a che spartire con la foto di Vasto, al contrario guardano all’Europa con una visione liberale che si ispira a Obama e a Blair e che potrebbe tranquillamente raccogliere consensi su tutto l’arco costituzionale, se non fosse ridotta al solo Pd.

Sul panorama politico nazionale si mostra come elemento di novità che vuole raccogliere anche quel consenso che altrimenti si manifesterebbe come voto di protesta a favore di Grillo.

Le politiche della prossima primavera si avvicinano e forse qualche novità potrebbe realmente concretizzarsi.

                                                                                                               Matteo

Matteo Calestini: chi semina bene raccoglie bene

Giovane, amante della politica, che mette la famiglia al primo posto: un esempio positivo.

Pubbliachiamo l’intervento di Matteo Calestini, giovane, ultimo presidente del quartiere Molinetto, che mette la famiglia al primo postoUn esempio positivo per i giovani che cercano di trovare la propria strada nella società moderna.

L’idea di farsi una famiglia, credo sia un progetto di quasi tuti i giovani. Solitamente le questioni da affrontare sono su il “quando” e con che “premesse”.

Sicuramente un minimo di stabilità  economica è necessaria, nonchè avere come partner una persona che si reputi affidabile come marito/moglie e padre/madre, e non solo come morosino per l’aperitivo del venerdì e il brunch della domenica. Sono però convinto che queste due condizioni, fondamentali alla costituzione di una famiglia, debbano essere costruite e volute attivamente!

L’atteggiamento passivo, come di chi aspetta una qualche strana “combinazione astrale” che crei senza volerlo, il fatidico “momento giusto” per dare una svolta alla propria vita, è sicuramente una scelta rischiosa, che nella migliore delle ipotesi fa  spostare molto in avanti nel tempo, la possibilità  che accada. Se da un lato esistono fattori che non dipendono da noi, e che ci rallentano nella nostra progressione di vita (vedi il termine degli studi universitari e post universitari che si allunga sempre più, piuttosto che un primo impiego, raggiunto da molti non prima dei 30 anni), dall’altro siamo solo noi stessi gli artefici del nostro destino.

Che io abbia conosciuto a 25 anni, quella che sarebbe diventata poi la mia attuale moglie, è sicuramente un “caso” dal punto di vista dell’incontro, ma sicuramente non lo è stata la realizzazione di quello che è venuto dopo. Bisogna quindi necessariamente focalizzare i propri desideri e renderli reali, a costo anche di sacrifici. Vogliamo parlare dei sacrifici per fare una famiglia, nel senso più largo del termine: innanzitutto l’ozio spensierato, standosene tranquilli sul divano, ad ascoltare la musica, diventa un lontano ricordo.

Poi ci sono i pensieri su questioni prettamente pratiche: dove abitare, da quando, e le bollette. Successivamente diventa proprio impossibile anche dormire, a causa di un pargoletto che vuole mangiare ogni due ore. Il matrimonio, e i suoi amorevoli risvolti (con due braccia e due gambe), si fondano sicuramente sull’amore delle due persone, ma non basta. Ho imparato infatti che bisogna trattare la propria famiglia con cura, giorno dopo giorno, sapendo che chi semina bene raccoglie bene. Per questo insegnamento, facile a dirsi ma non altrettanto facile a farsi, forse devo dare riconoscenza anche al lavoro che svolgo, in un isituto di credito, dove la prassi, tutti i giorni, è che se a fine sera c’è qualche problema serio, non si torna a casa senza averlo risolto, costi quel che costi, in termine di tempo, ansia, fatica e di impegni pregressi.

Così anche per le sfide, di tutti i tipi, anche quelle più strane, che si possono creare nella gestione della propria famiglia, o si affrontano fino alla radice da subito, o non possono che peggiorare.

Fatta questa lunga premessa, che rischia più di impensierire che di incoraggiare, voglio descrivervi la mia situazione: 29 anni di età , sposato da 2, con una bimba piccola e un/una seconda in arrivo, il lavoro in banca (che è tutto tranne che rilassate e facile) e una indomabile passione per la politica. Penso di aver raggiunto dei buoni risultati per l’età  che ho, derivanti in parte dal caso, ma anche e soprattutto perchè li ho fortemente cercati.

“No gain without pain”, rende molto bene l’idea! E poco importa se come motto sia nato in ambito atletico, le fatiche per la propria famiglia infatti, sono molto superiori che “sollevare della ghisa” in palestra, come dice sempre un mio caro amico. Ma la grande speranza e insegnamento di una situazione come questa, come la mia, che prego tutti i giorni di poter conservare, è che è realmente possibile crearsi una famiglia! E’ assolutamente possibile coniugare affetti, lavoro e passioni personali. Chi pensa che io sia un caso particolare si sbaglia di grosso! Abbiamo purtroppo tutti, giovani e non, il brutto vizio di paragonarci a gente che sembra avere già  tutto, io stesso l’ho fatto in passato, e in parte lo faccio tutt’ora, con l’esito di non sentirci mai bravi abbastanza, e quindi di rinunciare, mettendo in un cassetto, con le foto di quando eravamo bambini, i nostri sogni. La verità  è che il nostro domani, la nostra fortuna… siamo noi stessi!  

Abbiamo in noi tutto quello che serve per i nostri sogni. Certo, forse voler fare a tutti i costi un determinato lavoro, piuttosto che fare una certa esperienza, possono rivelarsi cose infattibili, ma… ragionando in un’ottica di lungo termine (perchè la vita, non è avere 20 anni per sempre, ne guardare il proprio profilo su Facebook tutte le sere, e compiacersi di quanto si è fighi), siamo ancora sicuri che proprio tutti i progetti che abbiamo in pentola, siano necessari? Se non addirittura deleteri per alcuni di essi, che invece sono più importanti?

Un esempio che mi è sempre piaciuto è quello della vita vista come un vaso di vetro:  si può riempire con le cose molto importanti (dei grandi sassi), delle cose importanti (dei sassolini), e delle cose poco importanti (della sabbia). Il rischio è riempire il vaso, per anni, con tanta, troppa sabbia piccola, fino al colmo. Se invece si fosse riempito prima con le cose importanti (una famiglia, ad esempio), un po’ di spazio per il resto, tra una e l’altra cosa, c’è sempre.

Approfitto del blog concessomi da Matteo, per esortare tutti i giovani a credere in se stessi, e a fare scelte che vadano oltre la necessità  immediata, il progetto a breve termine o la moda del momento. A guardare in se stessi, con tutta l’onestà  possibile, e chiedersi cosa si ritiene veramente importante. Fatto questo, il resto verrà  da sè.

 

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